Presentato alla Mostra di Venezia ormai sette mesi fa, uscito in Italia poco meno di un mese e mezzo fa, Il cigno nero tiene ancora puntata su di se l'attenzione. Questa volta a riaccendere i riflettori sul film di Darren Aronofsky è Sarah Lane, la ballerina professionista che ha fatto da controfigura a Natalie Portman nelle scene di danza più impegnative. O almeno così sembrava fino a ieri, visto che la Lane ha rilasciato la seguente dichiarazione, stanca di sentire attribuire tutti i meriti delle parti danzate a Natalie Portman:
"Volevano creare quest'idea nella mente delle persone che Natalie fosse una sorta di prodigio della danza, e avesse davvero lavorato così duramente da poter diventare una ballerina in un anno e mezzo, essenzialmente per farle vincere l'Oscar... È irrispettoso nei confronti della professione e non soltanto miei. Ho fatto questo lavoro per 22 anni... Puoi diventare un pianista da concerto in un anno e mezzo, anche se sei una star del cinema?"
L'ultima frase della dichiarazione della Lane non fa una piega.
La Portman, dal canto suo, ha sempre affermato che ha praticato danza classica durante la sua adolescenza per poi ributtarsi a capofitto nello studio di questa disciplina una volta ottenuta la parte di protagonista.
Chiunque frequenti il Lido di Venezia durante la Mostra, sa bene quanto la Portman sia diffidente verso chiunque si avvicini a lei per una foto o un autografo. Dietro questo suo comportamento c'ho sempre visto (o c'ho sempre voluto vedere?) come una specie di trauma (stalker? stupratore?) subito da lei in passato da parte di qualcuno. Può darsi che sia effettivamente così, come può darsi che la Portman sia snob e quella faccia acqua e sapone che ci propone nei film nasconde dietro ben altro.
La verità su questa faccenda non la sapremo mai. Nonostante tutto, una cosa resta certa: indipendentemente dalle scene di danza, la performance di Natalie Portman ne Il cigno nero rimane superlativa.
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