sabato 26 marzo 2011

Non lasciarmi - La recensione

Il blog di Cinemando si apre alle collaborazioni esterne.
Il primo a debuttare è il mio amico Pietro Iezzi che esordisce con la recensione di Non lasciarmi di Mark Romanek, in sala da questo fine settimana.




Prendete un'agghiacciante e fortunatamente ancora irrealizzata scoperta medico-scientifica e collocatela nella seconda metà del secolo passato. E' questo lo scenario storico social-culturale di "Non Lasciarmi", film di Mark Romanek, che fa del contrasto tra fantascienza ed epoca passata, tra la paura per un futuro già stabilito e la nostalgia del passato, uno dei suoi punti focali.
A raccontare le vicende è Kathy H., ventontenne inglese che, giunta nella sua fase di "completamento" ed arrivata al compimento del suo destino, ripercorre la sua esistenza e ricorda le due persone più significative della sua vita: Tommy e Ruth.
Cresciuti insieme ad Hailsham, un collegio di bambini senza genitori ma nemmeno definibili 'orfani', tra i tre si svilupperà un profondo legame che verrà messo a dura prova nel corso degli anni e, soprattutto, dalla terribile verità non solo della loro origine ma anche del loro ruolo nel mondo.
Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, "Non Lasciarmi" è un film che mescola sapientemente elementi contrastanti e, al contempo, va a toccare una pluralità di tematiche etiche e sociali. L'elemento fantascientifico è fortemente smorzato, oltre che dal contesto storico degli anni '70, dall'estrema umanità e dai profondi sentimenti che animano i personaggi, desiderosi di sognare, amare e Vivere come ne ha diritto ogni essere umano. Le tre parti della storia sono metaforicamente associate a tre fasi cruciali della vita di ogni persona: la spensieratezza infantile nel capitolo chiamato "Hailsham", i cambiamenti e la presa di coscienza di se all'interno del mondo tipica dell'adolescenza/prima maturità si incarnano perfettamente nella sezione denominata "Cottages" così come la voglia di redenzione, i ricordi e la riflessione sul proprio percorso di vita, tipica dell'età avanzata, vengono rappresentati nell'ultimo frammento, "Completamento".  Ad impreziosire il film c'è la grande bravura del giovane cast (i tre ragazzi sono interpretati da Carey Mulligan, Andrew Garfield e Keira Knightley) che usano i loro sguardi e le loro gestualità per esprimere quel silente dolore che nei dialoghi non viene mai espressamente dichiarato. Il risultato è una morsa malinconica che attanaglia lo spettatore e lo lascia riflettere sugli interrogativi etici, seppur di 'sfondo', che la pellicola mette in scena.
Pietro Iezzi 
Voto: ****

1 commento:

  1. voglio vederlo.. anche se la tristezza di fondo della storia mi frena un pochino.. devo essere nel mood giusto!

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