mercoledì 23 marzo 2011

Sucker Punch - La recensione in anteprima


Il cinema di Zack Snyder è sempre stato puro intrattenimento, rivolto soprattutto ad un pubblico di giovani. Anche con Watchmen, il suo film più ambizioso e maturo, è riuscito a coniugare in modo convincente l'identità di un cine-comics con il suo personale, e visionario stile registico, fatto di ralenti, focalizzazione sui dettagli e particolare attenzione all'uso (ottimo) della fotografia. Tutti particolari che ritroviamo anche in questo Sucker Punch, in arrivo nelle sale il 25 marzo in contemporanea mondiale a pochi mesi dall'uscita del primo film d'animazione di Snyder, Il Regno di Ga' Hoole - La leggenda dei Guardiani (un'occasione sprecata, purtroppo).
In questo film, Snyder vuole alzare l'asticella e andare oltre al mero intrattenimento. Sucker Punch racconta la storia di Baby Doll, una giovane ragazza che, a seguito della morte della madre, viene fatta rinchiudere dal patrigno in un ospedale psichiatrico con il preciso scopo di farla lobotomizzare. Per resistere al dolore della lobotomizzazione, Baby Doll si inventa un mondo immaginario condiviso insieme alle sue compagne d'ospedale. Lì, tra una sparatoria e l'altra, dovrà recuperare alcuni oggetti che gli serviranno per fuggire dall'ospedale psichiatrico.
Se i primi quindici, venti minuti sono convincenti, ritmati, incalzanti, non si può dire la stessa cosa per il seguito della pellicola. Sono infatti troppo lunghe le scene di combattimento nel mondo immaginario; combattimenti, contro robot, draghi, nazisti già morti, che già stancano una volta arrivati al terzo, accusando una certa ridondanza e arrivando così ad un finale tirato troppo via.
Se, come in questo film, si vuole passare di continuo dalla realtà (?) alla finzione senza risultare ripetitivi è necessario avere un buon script alle spalle. Purtroppo Snyder, che eccelle a livello tecnico, difetta a livello di scrittura, e di Nolan ce n'è uno solo a giro. Durante il film viene da pensarci più volte ad Inception (intendiamoci, non si tratta di copia ma neanche di ispirazione visti i tempi in cui i due film sono usciti), ma viene da pensare anche a Death Proof, Sin City e Kill Bill.
Una nota negativa - e non di poco conto - sono le performance delle ragazze protagoniste, a cominciare dalla sconosciuta Emily Browning (Baby Doll), mai convincente, per finire alla terribile e imbarazzante Vanessa Hudgens. Ecco, Snyder, oltre ad impegnarsi di più nella scrittura, dovrebbe aver anche una maggior cura nella scelta del cast. Registra sopravvalutato? Forse. Adesso lo aspettiamo alla prova del nove: il reebot di Superman, in sala dal 2012.

Voto: **1/2

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